Capricci e Salute: Segui Anche Tu Queste 2 False Credenze?
Pubblicato da Graziella Tortorelli - 15 maggio , 2014 | 2 Commenti
LE 2 FALSE CREDENZE DEI GENITORI SU CAPRICCI E SALUTE
In questo post oggi analizziamo 2 false credenze comuni che, se non risolte, portano i genitori ad avere una serie di difficoltà sulla crescita dei loro figli. Iniziamo con i tanto temuti e incompresi capricci.
LA 1° FALSA CREDENZA: MIO FIGLIO FA I CAPRICCI
Perché i bambini fanno i capricci? Come individuare la causa e scioglierla definitivamente? Oggi etichettiamo come capricci tutti i comportamenti dei nostri figli che consideriamo senza senso e non giustificati. E’ comune sentire frasi del tipo:
- “oggi è capriccioso”
- “oggi non ne vuole sapere di collaborare”
- “ci risiamo, ancora con il capriccio per la maglia verde”…
Se rifletti su queste frasi, puoi notare che l’attenzione è sempre rivolta al bambino, come se ci fosse in lui una causa oscura per quelli che vengono definiti capricci. In verità tutti i comportamenti dei bambini, che noi cataloghiamo distrattamente come capricci, sono sempre manifestazioni di un disagio profondo e di un tentativo di comunicare una difficoltà che i bambini non sanno esprimere a parole.
I bambini banno sempre un ottimo motivo (dal loro punto di vista affettivo ed emotivo) e la nostra responsabilità in qualità di adulti sta proprio nel comprendere cosa si cela dietro e cosa nostro figlio sta cercando di dirci.
Perché allora nessuno si mette dalla parte dei bambini? Semplice. Solo perché nessuno lo insegna, e inoltre, da quando siamo nati, abbiamo sempre sentito dire che i bambini fanno i capricci e che i capricci non si assecondano. Vediamo ora un esempio pratico.
Matteo torna da scuola e vuole solo la pasta bianca
Per esempio Matteo una mattina si sveglia e non trova più in camera il suo giochino preferito, è arrabbiato e si porta ancora dietro quel nodo emotivo di tristezza. Ecco che magari tornato da scuola con il “suo bagaglio di emozioni” in ebollizione non risolte, manifesta sintomi esterni come il rifiuto di sedersi al suo posto a tavola e pretende la pasta bianca mentre tu hai già messo il sugo rosso in tutti i piatti…
Se consideri solo il suo comportamento esterno, è evidente che per te sta facendo un “capriccio” e magari pensi che una semplice alzata di voce o un castigo possa essere la soluzione. Se invece ti metti nei suoi panni, scopri che è solo arrabbiato e, non avendo ancora la capacità di raccontare i suoi sentimenti a parole e di analizzarli, esprime con comportamenti esterni, che noi chiamiamo capricci, il suo disagio! Ecco la causa!
Le 5 soluzioni pratiche ai capricci
Vediamo ora 5 indicazioni pratiche che possono da subito aiutarti a comprendere i comportamenti dei tuoi figli.
1. Avvicinati al bambino rendendoti disponibile ad ascoltarlo prima di accampare giudizi avventati
2. Evita il tono accusatorio, chiedi in modo neutrale che cosa è successo senza le solite frasi “cosa hai combinato?”, “ma perché adesso devi fare così?” (l’accusa lo fa sentire incompreso e si chiude ancora di più)
3. Ascolta attentamente il bambino guardandolo negli occhi e prendendo per valido tutto quello che ti dice, senza pensare che siano scuse o che ti stia dicendo delle bugie (ricordati che ha sempre un valido motivo)
4. Vai oltre le sue parole: lascia che il tuo intuito faccia la sua parte e indipendentemente dal racconto del bambino che può rispecchiare oppure no il suo vero stato d’animo, cerca di coglierlo comunque, individuando il sentimento che c’è dietro. Potrebbe essere che tuo figlio si senta solo, poco amato, non ascoltato, poco guardato, oppure che abbia bisogno di coccole, della tua presenza totale, oppure che davvero abbia fame, sonno, o abbia paura, o si sia arrabbiato per qualcosa.
5. Rassicuralo e aiutalo nella pratica a risolvere la situazione: per esempio se ti dice che è arrabbiato perché ha perso il giochino preferito, gli puoi dire: “amore, hai ragione, non trovi il gioco e questo ti rende triste, andiamo subito in cameretta e andiamo a caccia del gioco, vedrai che lo troviamo”. E se non lo trovate? Anche qui trova una soluzione pratica, per esempio, lo rassicuri e gli dici che nel pomeriggio potete uscire insieme e comprarne un altro.
Quale sarà il risultato? Che si sentirà compreso perché sei andato a “beccare” il suo nodo emotivo e, aiutandolo nella pratica, si calmerà e questo incrementerà il suo grado di fiducia nei tuoi confronti, perché è consapevole che mamma papà sono in grado di comprenderlo e aiutarlo. La fiducia e la stima costruita attraverso queste piccole ma grandi azioni sarà fondamentale per tutte le tappe successive di crescita.
LA 2° FALSA CREDENZA: MIO FIGLIO PRENDE LE MALATTIE A SCUOLA
Ti sei mai chiesto perché se virus, batteri e germi sono presenti nell’ambiente scolastico per tutti, allora su 30 bambini solo 12 prendono l’influenza?
Molto spesso la malattia viene considerata come una sfortuna o come un evento senza una causa ben definita. In verità ci sono diversi fattori su cui puoi lavorare per garantire la salute di tuo figlio. Scopriamoli insieme.
I 7 fattori che influiscono sulla salute fisica ed emotiva del bambino
Di seguito ecco 7 indicazioni che possono favorire uno stato di benessere e salute:
1. Comprendere i principi di crescita settennali per poterlo sostenere in ogni fase da 0 a 21 anni. Sono i principi che la natura ha stabilito per i bambini e che, se conosciuti, li fanno sentire compresi e accolti nei loro desideri. Infatti da 0 a 7 anni il bambino ha precisi bisogni affettivi, e, se non li conosci, è come se ti mancasse il libretto delle istruzioni per crescerlo felice. Lo stesso discorso è valido per la seconda fase da 7 a 14 anni e per l’ultima tappa da 14 a 21 anni.
2. Relazione serena, consapevolezza e stati d’animo dei genitori. I bambini sono delle spugne e assorbono tutto ciò che vedono e sentono intorno a loro.
3. Condurre una gravidanza serena e consapevole. La serenità e l’armonia della mamma influenzano i primi 9 mesi di vita in modo molto forte e una mamma serena e tranquilla facilmente può vivere questi 9 mesi magici con altrettanta gioia, salute e felicità.
4. Rispettare il più possibile l’alimentazione prevista dalla natura per evitare di rendere il sangue acido fin da subito. Infatti ci sono alimenti che la natura ha previsto per noi e che garantiscono la salute e altri che conducono verso la formazione di ostruzioni e accumulo di tossine nel corpo, e di conseguenza, di malattie. Fai riferimento alla sezione “Salute del Bambino” del blog per approfondire questi argomenti.
5. Quando possibile e in accordo con il tuo operatore/medico di fiducia, limitare farmaci e antibiotici di sintesi chimica. La natura ci offre antibiotici, antinfiammatori, balsamici, digestivi, sedativi, centinaia di piante officinali con proprietà salutari per il corpo di grandi e piccini. E se questi erano un tempo ritenuti rimedi da stregoni oggi ci sono le ricerche scientifiche che confermano la presenza di principi attivi in grado di riequilibrare la salute e di agire su un determinato organo. Per esempio sono molti gli studi che confermano le proprietà antibiotiche e stimolanti del sistema immunitario dell’echinacea e sono sempre di più i pediatri che ricorrono ai rimedi naturali per evitare l’abuso di farmaci già in tenera età.
6. Guidare e sostenere l’adolescente nei suoi intenti e nelle sue passioni. Un adolescente compreso si sentirà sostenuto e di conseguenza sarà felice.
7. Infine, l’ultima indicazione fondamentale: lavora sulla tua crescita interiore, il tuo benessere e sulla tua felicità e di conseguenza trasmetterai il tuo benessere ai tuoi figli.
Come puoi approfondire questi argomenti?
Puoi leggere il libro bestseller Smettila di reprimere tuo figlio. Qui trovi in regalo le prime 40 pagine del libro.
Profilo Autori
Antonio Panarese e Roberta Cavallo, autori di Smettila di Reprimere tuo Figlio, il libro Bestseller che ha venduto 10.000 copie in 60 giorni dall’uscita e raggiunto il 1° posto in classifica su Macrolibrarsi. Formatori specializzati nell’infanzia secondo natura, consulenti genitoriali. Fondatori di Bimbiveri, la società per la crescita felice dei bambini, hanno gestito per 5 anni un centro di affido familiare per minori disagiati.
categorie: Salute del Bambino