Latte di Mucca: Ecco Perchè L’ho Tolto a Mio Figlio! (2° Parte)
articolo pubblicato da Graziella Tortorelli il giugno 10, 2010
Dopo aver eliminato dalla nostra alimentazione e sopratutto da quella di mio figlio il latte di mucca, il passo successivo è stato capire se comprando latte biologico avrei risolto, da un lato, il problema degli antibiotici, ormoni, tranquillanti e farmaci di ogni genere presenti nel latte industriale, e dall’altro non avrei alimentato le sofferenze di ogni genere inflitte dall’industria lattierocasearia alle povere mucche! .
Ma purtroppo (anzi, per fortuna), informandomi a fondo sull’argomento ho scoperto molte altre ragioni per cui il latte di mucca non sarebbe più entrato nel mio frigo, la più importante delle quali è: IL LATTE DI MUCCA NON E’ ADATTO ALL’UOMO! (così come quello di altri animali).
Perchè il latte di mucca non è adatto all’uomo? (cito esattamente le parole del libro “Latte e Formaggio” di Claudio Corvino).
“In natura, il latte è l’alimento previsto per la crescita dei cuccioli dei mammiferi ed il latte di ogni specie va ad esclusivo beneficio di quella specie; questo è evidente dalla diversa composizione dei vari latti. Infatti:
- Nessun mammifero, tranne l’Uomo, consuma il latte di un’altra specie;
- Nessun mammifero continua a bere latte dopo lo svezzamento e, una volta svezzato, è comunque in grado di vivere cibandosi degli alimenti per cui sono biologicamente adatti.
Il latte NON è cibo adatto ai bambini e agli adulti, neanche se fosse specie-specifico, cioè di donna, perchè le esigenze nutrizionali dell’adulto sono differenti da quelle del lattante.
Il latte vaccino è molto diverso per composizione rispetto al latte di donna perchè è previsto per la crescita del vitello:
- Troppe proteine: quattro volte di più! (3.6 comtro 0.9);
- Proteine molto diverse: rapporto caseina/latto-proteine 4.5:1 contro 0.4:1;
- Poco lattosio: (49 gr/litro contro 70 gr/litro);
- Rapporto grassi saturi/insaturi svantaggioso;
- Percentuale di calcio troppo elevata: 1170 mg/litro contro 340 mg/litro;
- Rapporto calcio/fosforo svantaggioso: 1.3:1 (latte vaccino) contro 2.4:1 (latte materno);
- Troppi sali minerali: 7 gr/litro contro 2 gr/litro.
Dunque ad ogni mammifero il suo latte. Così è sempre stato almeno fino a quando un mammifero, l’uomo, ha iniziato ad addomesticare altri mammiferi (mucche, capre, pecore) per cibarsi delle loro carni e del loro latte.
Adattamento dell’Uomo al Lattosio
Il lattosio, per essere digerito, necessità la presenza della lattasi, enzima prodotto dalle cellule della mucosa intestinale.
Solo in quest ultimo secolo, in seguito a sempre più frequenti segnalazioni di soggetti che presentavano dolori intestinali e diarrea profusa per l’ingestione di latte vaccino, è stata dimostrata la base biologica dell’intolleranza al latte, vale a dire la mancanza di lattasi nell’intestino dei soggetti intolleranti.
Ben presto ci si rese conto che gli essere umani “lattasi deficienti” erano la maggior parte dell’umanità!.
Questo perchè, col passare degli anni, tutti i mammiferi, compreso l’uomo, perdono la capacità di produrre l’enzima lattasi, poichè col progredire della crescita del cucciolo, la madre non è più in grado di produrre la quantità di latte necessaria a soddisfare le necessità nutrizionali del bambino e il bambino inizia ad assumere il cibo dei grandi.
L’unico modo per continuare a bere latte dopo essere stati svezzati, è quello di “rubarlo” ad altri mammiferi che stanno allattando.
Se gli uomini avessero avuto bisogno di bere grandi quantità di latte per soddisfare delle esigenze nutritive, la selezione naturale avrebbe favorito gli individui con il gene della lattasi!.
Ci sono in tutto il mondo intere popolazioni che non hanno mai bevuto latte e che vivono a lungo e in salute: anzi a tutt’oggi la maggior parte della popolazione mondiale non ha bisogno, e di fatto, non usa del latte animale per soddisfare le esigenze nutrizionali di base.
L’assunzione di un cibo non fisiologico (cioè non previsto per l’accrescimento e lo sviluppo di una specie e quindi non specifico alla fisiologia e alla biochimica di un organismo) può diventare fonte di malattia se assunto in modo continuativo e in quantità eccessiva.
Infatti, è stato dimostrato in questi ultimi anni come il latte possa essere la causa (o la concausa) di numerose malattie o ne possa favorire l’insorgenza quando il suo consumo diventa costante e rilevante.
Le più importanti sono:
- Cancro
- Distrurbi circolatori e cardiopatie ischemiche
- Cisti ovariche
- Allergie e patologie infiammatorie correlate
- Osteoporosi
- Calcolosi renale e alla cistifellea
- Asma
- Carie dentaria
Noi siamo abituati ad accettare rassegnati queste malattie, attribuendone la causa a virus e batteri. Ma abbiamo mai provato a modificare l’alimentazione in senso fisiologico e ad eliminare latte vaccino e formaggio? Nella maggior parte dei casi i bambini non si ammalano più!.
I virus e i batteri continuano a essere presenti, ma non prendono il sopravvento. Il metodo vincente per eliminare le malattie non è tentare di eliminare i virus e i batteri – è una battaglia persa: di virus e batteri ce ne saranno sempre, a miliardi – ma fare in modo di rendere l’organismo resistente nutrendolo con il cibo adatto, nella quantità adatta!.”
Al vostro benessere,
Graziella
Nota: Se vuoi leggere la prima parte di questo articolo….”Latte di Mucca: Ecco Perchè L’ho Tolto a Mio Figlio (1° Parte)
perfettamente d’accordo…io poi sono intollerante al lattosio!ma chiacchierando con una cliente dietista mi dice che il latte di soja è fatto con la soja cnon fermentata e che quindi risulta indigesta! ??
cosa sai al riguardo?
e il latte di riso?
Derivando da un legume, il latte di soia, andrebbe comunque usato con moderazione per il discorso che dicevi tu della fermentazione….e va cotto per alcuni minuti prima di berlo.
Il latte di riso, risulta sicuramente più digeribile e leggero da questo punto di vista.
Ci sono poi tante altre alternative al latte vaccino che possiamo sicuramente alternare, per avere più sostituti di questo alimento, e per fare in modo di non fare poi l’errore di abusarne solo di uno!.
Presto farò un articolo con tutte le alternative al latte di mucca che ho raccolto con una piccola spiegazione per ognuno….
Ciao e a presto
Graziella
Ho appena scoperto il tuo blog e sono felicissima.E’ proprio il posto giusto per me e le mie idee “alternative”!!!
Anche io non bevo più il latte da anni perchè non riesco a digerirlo.La mia bimba purtroppo ha dovuto bere per molto tempo il latte in polvere,ma con lo svezzamento ho introdotto i latte vegetali che assume a rotazione:avena,riso,kamut,soja,farro,miglio,mais. Anche io la penso come te sul latte vaccino,anche se ho un debole per i formaggi,sigh!
Sono felice che ti piaccia il mio sito e le mie idee “alternative” che spero con tutto il cuore che un giorno possano essere idee “normali” per tutti! 😉
E’ vero quando manca l’allattamento materno, può risultare difficile dare alternative più sane possibili ai nostri figli, infatti mi sto documentanto proprio per approfondire questo argomento….a mio figlio il latte vaccino l’ho tolto quando aveva circa 18 mesi (che corrisponde al momento in cui ho scoperto tutto questo!), e come te ho provato diversi latti vegetali da alternare nella sua e nella nostra alimentazione, finchè si è “innamorato” del latte di soia alla vaniglia! 😉
Se riesci a continuare ad alternarli, fai sicuramente la cosa migliore….brava!.
Ciao e grazie ancora,
Graziella
Ciao carissima Graziella…Sono mancata da un pò di tempo perchè cambiando la linea di internet posso accedere solo tramite cellulare di mio marito,per cui ore pasti e weekend…:(
Voglio però porgerti i miei ringraziamenti per ciò che mi hai portato a conoscenza…Il latte di soya alla vaniglia piace alla mia bimba più piccola,e anche quello al cacao…però ho notato che preferisce marche non biologiche…Ormai per frutta e colazione sono riuscita a deviare la spesa verso il bio…Avevi proprio ragione.:poco per volta!Grazie di cuore!
Tra l’altro,sappi che ormai mi hai “contagiata”benevolmente parlando,tant’è che sto terminando di leggere il testo di Pilzer…Ora voglio buttarmi a capofitto nell’approfondimento di queste tematiche…e sono felice se so di esser tranquilla dando da mangiare una mela bio alla mia famiglia,anche senza togliere la buccia…A presto,Eufemia.
Ciao Eufemia, bentrovata!
Non puoi nemmeno immaginare il piacere che mi fà leggere questo commento….grazie di cuore davvero!!.
Voglio però anche dirti di evitare come la peste di comprare latte di soia (o comunque cibi derivati dalla soia) che non siano biologici….perchè la soia non biologica quasi certamente (per non dire sicuramente!) deriva da coltivazioni trattate geneticamente (OGM). Quindi mi raccomando, se nò finisce che per fare del bene alla tua famiglia, poi rischi di portare in tavola qualcosa di peggio!.
Sono contenta di averti “contagiata”!. Il mio virus, però, non è letale, anzi è un vero e proprio elisir di lunga vita!! 😉
A presto e grazie ancora,
Graziella
Salve,
sono molto lieta di constatare che c’è gente che ha la voglia di informarsi e di far funzionare il cervello, che riesce a farlo funzionare. Putroppo per noi il mondo che ci ritroviamo adesso e l’essere umano che siamo diventati è il frutto di un complicato meccanismo di guadagno economico sulla nostra pelle, ci fanno mangiare, bere, respirare ciò che “loro” producono spacciandolo per il corretto stile di vita e io inorridisco quando sento interviste di “luminari” come Veronesi che affermano che l’OGM fa benissimo e che se potesse lui mangerebbe tutto OGM e che è la salvezza per l’umanità (riporto un link di una delle sue famose affermazioni http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=4669) ma se ci si ferma a pensare capiamo anceh le motivaziono: alimentazione errata insieme a stili di vita errati = malattie = vendita di prodotti farmaceuti = guadagno…e non c’è da stupirsi se le stesse case produttrici di cibi alterati siano le stesse proprietarie di industrie farmaceutiche. Non mi dilungherò troppo, voglio solo incoraggiarvi a saperne sempre di più perchè se iniziate da questo e andate avanti scoprirete molte e molte più cose di quanto immaginate. Voi fate un grande dono all’uomo del futuro e cioè insegnate ai vostri bambini a usare la testa e un nuovo modo di vivere…continuate così!
Ciao Simona,
credo che inorridire di fronte a certe affermazioni sia il minimo….affermare quelle cose sugli OGM è davvero scandaloso!.
Gli alimenti geneticamente modificati sono una vera e propria bomba innescata nel piatto di ognuno di noi e prima o poi espoderà se nel nostro piccolo ognuno di noi non diventa più consapevole anzitutto imparando a conoscerle e poi dicendo NO a queste nuove dilaganti tecnologie distruttive!.
Grazie del tuo intervento,
Graziella
Ciao Graziella,
mi piace molto il tuo sito e i tuoi articoli. Anche io ho un bimbo di quasi tre anni che non ha mai bevuto latte vaccino, né mangiato carne.
Solo un suggerimento per per quanto riguarda il latte di soia, consiglio da Naturopata!
il latte di soia è una valida alternativa solo che la soia è allergenizzante se usata di continuo in più contiene molti estrogeni naturali, infatti si usa spesso per i problemi legati alla menopausa.
Ti consigli se riesci con tuo figlio di alternare il più possibile i latti usando maggiormente avena, mandorle e sesamo. l’avena lo trovi anche aromatizzato alla vaniglia!
Ciao Stefania
Ciao Stefania,
grazie infinite per il tuo consiglio! Molto ben accetto e indubbiamente sensato.
Il variare tanti latti differenti è sicuramente la scelta migliore, infatti mi sto “attrezzando” per farlo…e ti ringrazio per il suggerimento del latte d’avena alla vaniglia, lo proverò senz’altro!.
Ciao e a presto,
Graziella
Mi sembra esagerata la campagna iniziata da più parti contro il latte, e anche un tantino sospetta e caotica nel modo di porsi. Tendete un po’ tutti a sovrapporre problemi di origine diversa: le credenze popolari legate ai benefici del latte; gli interessi delle multinazionali; la terribile situazione dei sistemi di allevamento.
Che l’uomo sia l’unico mammifero ad utilizzare latte di un animale diverso è scontato: ma l’uomo è anche l’unico animale che guida la macchina; cuoce e trasforma il proprio cibo; pubblica articoli su internet; fa ricerca; fabbrica armi.. Latte di soia? Late di riso? Poi magari fra trent’anni arriva un altro Acerra o un’altra Graziella Tortorelli e ci dice che è una leggenda metropolitana e ci rivela che la soia utilizzata per fare il latte (una vera ciofega, fra l’altro!..) era transgenica o trattata con pesticidi e veleni di ogni genere, come più o meno tutto il cibo che gira oggi.. Ma come ne scappiamo? Solo settant’anni fa il cibo era poco anche per noi europei, che invece adesso ci possiamo ingozzare di cibo trash a volontà.. Comunque mio padre ha bevuto tanto di quel latte che s e fosse vero un decimo di quello che dici starebbe da un pezzo all’altro mondo. Invece a 89 anni sta un pennello. Che ti devo dire? Troppo allarmismo e troppa dietrologia.. Siete molto contro il latte pastorizzato, ma prima che venisse pastorizzato c’erano ben altri problemi, no?
La mia non è nè una “campagna” contro il latte vaccino, nè voglio creare allarmismo….riporto le informazioni (sicuramente controcorrente) che ho trovato, unite alla mia esperienza di vita personale.
I tanti libri pubblicati sull’argomento latte non sono punti di vista dell’autore, ma sono raccolte di studi fatti, a cui oggi abbiamo la fortuna di poter accedere per sentire anche l’altra campana….e fare le nostre scelte con più consapevolezza.
Il fatto che oggi ci possiamo “ingozzare” di tutto il cibo che vogliamo dovrebbe essere un ulteriore incentivo ad informarci di più sugli effetti che questo può avere sulla nostra salute o sul nostro benessere in generale.
Comunque non c’è bisogno di aspettare trent’anni per affermare che la soia (o qualsiasi altro alimento) se non è biologico è sicuramente un concentrato di veleni di ogni tipo!.
Ciao,
Graziella
ciao sono simona, mamma confusa.. “tradizionalista” che legge e si informa e si mette in discussione.. e si fa tremila domande..
ieri in spiaggia la mia amica super pro bio parlava del latte vaccino.. poi stamattina ho trovato il tuo articolo…
volevo sapere cosa pensi della carne..rossa ma anche di pollo..
grazie
Ciao Simona,
la carne merita sicuramente una parentesi particolare. Anzitutto andrebbe eliminata completamente la carne non proveniente da allevamenti non biologici per lo stesso motivo del latte (antibiotici, ormoni, pesticidi, tranquillanti, conservanti, ecc…).
Inoltre la carne è ricca di grassi saturi, che il nostro organismo digerisce e metabolizza con difficoltà. Una dieta ricca di grassi saturi di origine animale può provocare diversi problemi di salute a lungo andare…
Altro motivo per cui bisognerebbe mangiare poca carne è che anche gli animali che provengono da allevamenti biologici possono aver pascolato in terreni contaminati da inquinanti atmosferici, in particolare la diossina, un sottoprodotto che si forma in molti processi chimici industriali.
Queste sostanza chimiche tossiche non sono solubili in acqua ed è per questa ragione che nelle piante sono in genere presenti solo in quantità trascurabili; però queste sostanze sono liposolubili e tendono ad accumularsi nelle riserve di grasso degli animali.
Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che circa l’80-90% della diossina con cui entriamo in contatto deriva dal latte e dalla carne!.
Poi c’è da considerare il processo digestivo della carne che risulta tutt’altro che semplice per il nostro organismo. Infatti se la carne viene assunta in quantità troppo elevate provoca fenomeni di putrefazione intestinale, incrostazioni di grassi, genera urea e acido urico, che sono tossine difficili da smaltire.
Per non parlare dell’eccesso di acidità che alla lunga determina disturbi di tipo cronico e costringe le ossa a cedere sali di calcio per ripristinare la situazione (quindi il corpo si impoverisce di calcio provocando osteoporosi e carie).
Infine, ma non ultimo, gli allevamenti intensivi di animali hanno un impatto ambientale mostruoso è con il tempo ho cominciato ha considerare fortemente anche questo aspetto!.
Sicuramente le proteine sono indispensabili al nostro corpo, ma – per tutte queste ragioni – è consigliabile assumerle anche attraverso, ad esempio, la combinazione di cereali integrali e legumi (riso e lenticchie, ceci e cus cus, pasta e fagioli, ecc…), oppure mangiando semi oleaginosi e frutta secca (mandorle, noci, semi di sesamo, di girasole, di zucca, ecc…). Questo solo per fare degli esempi.
Personalmente sono quindi dell’idea che è meglio consumare poca carne ma buona. Prediligo la carne bianca e meno grassa (ho praticamente abolito la carne di maiale). E’ spesso la sostituisco con il pesce (anche se anche per il pesce c’è sicuramente tanto da dire….ormai il mare è una vera e propria discarica purtroppo!).
Spero di esserti stata utile…
Ciao e a presto,
Graziella
ciao, anche io sono una mamma che si interroga molto spesso su cosa sia più giusto far mangiare ai bambini ma ovviamente non trovo mai una risposta soddisfacente… per di più sono anche laureata in chimica e conosco molto bene le problematiche legate all’inquinamento…
volevo solo dire che sarebbe opportuno variare quanto più la dieta e non fissarsi su qualcosa, nello specifico mi sento di dire che il latte di soia non è la panacea: la soia ormai è quasi tutta OGM …. siete sicuri che sia meglio del latte vaccino????
Ottima osservazione…infatti da un lato sicuramente il variare il più possibile la dieta è essenziale, e questo vale anche per i vari latti vegetali disponibili, e per quel che riguarda la soia in altri commenti ho ribadito il fatto che bisogna acquistarla SEMPRE biologica , perchè appunto come dici tu c’è il rischio (quasi certezza!) che sia OGM!.
E a quel punto si vanificherebbero tutte le nostre migliori intenzioni di offrire ai nostri figli un cibo sano!.
Ciao,
Graziella
LATTE, ALIMENTO KILLER
anche per la coscienza
MOTIVAZIONI ETICO-SALUTISTICO-ANTROPOLOGICHE
Dopo i primi tre ani di vita l’uomo perde gli enzimi (rennina e lattasi) preposti per la digestione del latte. L’uomo è il solo animale che continua a prendere il latte (dopo lo svezzamento) di un animale che egli considera inferiore sotto l’aspetto intellettivo, emotivo e spirituale.
Tra il latte umano e quello vaccino c’è la stessa differenza tra una donna ed una mucca. Il latte della mucca è adatto al vitello che ha una velocità di crescita 3 volte superiore a quella del cucciolo umano ed una necessità proteica quasi 4 volte maggiore.
I reni di un bambino nutrito con latte vaccino arrivano ad essere un terzo più grossi di quelli di un bambino nutrito al latte di donna: l’ipertrofia è determinata dal superlavoro cui sono sottoposti i reni a causa dell’eccesso proteico del latte vaccino che oltre ad oberare i reni ed il fegato, arreca danni all’ipofisi, alla tiroide e al surrene.
Il latte vaccino nei bambini può provocare sanguinamento gastroenterico; è carente di ferro perchè il fosforo e il calcio che contiene interferiscono con l’assosrbimento di questo minerale. (Dr.ssa Elena Guarnieri, nutrizionista. “Viversani”, maggio 2009)
Il latte umano oltre ad avere (in assoluto) il più basso valore proteico, è anche il più dolce. Il cervello umano funziona a glucosio. I glucidi del latte umano, sotto forma di lattosio, sono essenziali per lo sviluppo cerebrale del bambino: sono presenti nel latte umano in misura quasi doppia rispetto al latte vaccino.
Solo il 25-30% del calcio presente nei latticini viene assimilato, il resto viene eliminato con le feci perché i latticini non contengono la vitamina K fondamentale per il corretto assorbimento del calcio. Il latte di vacca, anche se ricco di calcio, quando è nel tubo digestivo umano la maggioranza di esso precipita sotto forma di fosfato di calcio e viene eliminato attraverso le feci. Solo una piccola parte viene assorbita.
Nei formaggi vi è un’alta concentrazione di farmaci, di diserbanti ed additivi. I nitrati (conservanti) si trasformano facilmente in nitrosammine potenzialmente cancerogene. I formaggi stagionati contengono molte proteine, grassi saturi e colesterolo.
EFFETTI
Tre quarti di tutte le allergie e metà dei problemi digestivi del bambino sono causati dal latte vaccino, oltre a casi di asma, di insonnia e di affezioni cutanee.
Il latte produce catarro e muco che si fissa sulle pareti dello stomaco impedendo l’assorbimento delle sostanze alimentari. La caseina del latte è la base di una delle più potenti colle per il legno usata per la costruzione delle navi.
Il latte vaccino apre la strada a: catarro, febbre da fieno, asma, bronchite, raffreddore, allergie, dissenteria, stitichezza, palpitazioni, malattie cardiache, angina, calcoli renali, artriti, spondiliti, tumori e cancro.
Al latte e alle uova sono da attribuire almeno la metà di tutti i cancri maschili e a più di due terzi dei cancri femminili.
Il fosforo presente nel latte vaccino è circa 6 volte maggiore che nel latte umano, questo blocca l’assorbimento del calcio provocando nel lattante una tendenza alla ipocalcemia. Il fosforo serve all’animale per costruire rapidamente il suo scheletro che gli consente di fuggire anche da cucciolo ad un pericolo improvviso.
Rudolf Steiner sostiene che il bambino nutrito con il latte vaccino presenterà da anziano sclerosi ed invecchiamento precoce.
Nel 1942 un’indagine in Scandinavia sui legami tra latte vaccino e l’insorgenza dell’artrite, durata 30 anni, ha dimostrato che il latte vaccino causa il fattore artritico.
Da un’indagine in alcune zone dell’India dove lo yogurt si consuma abbondantemente, pare che il galattosio sia la causa dell’insorgere della cataratta.
I fermenti dello yogurt utilizzano per il proprio sviluppo la vit. B12 che si forma nell’intestino umano provocandone una diminuizione.
Un quinto dell’umanità vive benissimo senza usare latte vaccino: Cinesi, Giapponesi e Coreani…
Il latte di mucca provoca nel bambino carenza di ferro.
L’uomo del paleolitico non usava latte vaccino ma aveva ossa robustissime con una dieta basata su cereali, verdure e frutta.
Il pediatra prof. Marcello Giovannini ed il nutrizionista Ermanno Lanzola sconsigliano il latte vaccino nei primi 12 mesi di vita del bambino perché:
– ha troppe proteine;
– ha meno lattosio del latte umano;
– ha uno squilibrato rapporto di acidi grassi;
– ha valori squilibrati di calcio e fosforo;
– è privo di fattori di difesa specifici;
Il latte umano ha un elevato contenuto di acido linoleico, precursore delle prostaglandine e leucotrieni antiinfiammatori. Al contrario, il latte di vacca é una sostanza infiammatoria al 100%.
Il latte vaccino contiene circa 59 tipi di ormoni (pituitari, steroidei, adrenali, sessuali etc.) tra cui il piú importante l’ormone della crescita veloce dei vitelli.
Il latte puó anche essere contaminato da prodotti chimici, ormoni, antibiotici, pesticidi, pus proveniente dalle mastiti, virus, batteri, prioni…viene arricchito con additivi, vitamine e minerali sintetici, semi, piante, frutti, proteine, acidi grassi… In alcuni casi, anche grassi di animali diversi.
Le sostanze tossiche che con piú frequenza si possono trovare in un bicchiere di latte di vacca sono:
– Metalli e plastica;
– Detergenti e disinfettanti;
– Pesticidi e fertilizzanti;
– Micotossine: provenienti dal mangime che si dá alle vacche;
– Antibiotici ed altri farmaci;
– Diossine.
MALATTIE CONNESSE AL CONSUMO DI LATTE
ANEMIA FERROPENICA; ARTRITE REUMATOIDE E OSTEOARTRITE; ASMA; AUTISMO; CANCRO ALLO STOMACO; CANCRO DELLA MAMMELLA; CANCRO DI OVARIO; CANCRO DI PANCREAS; CANCRO DI PROSTATA; CANCRO AL POLMONE; CANCRO AL TESTICOLO; CATARATTA; COLITE ULCEROSA; DIABETE MELLITUS TIPO 1; DOLORI ADDOMINALI SENZA INTOLLERANZA AL LATTOSIO; MALATTIA DI CROHN; MALATTIE CORONARIE; SCLEROSI MULTIPLA; STITICHEZZA; FATICA CRONICA; INCONTINENZA URINARIA; INTOLLERANZA AL LATTOSIO; LINFOMI; EMICRANIA; ORECCHIE, NASO, GOLA; REAZIONI ALLERGICHE; EMORRAGIE GASTROINTESTINALI; SINDROME DI CATTIVO ASSORBIMENTO; PROBLEMI DI SONNO; ULCERA PEPTICA.
IL PROBLEMA DEL CALCIO
Negli Stati Uniti, il paese maggior consumatore mondiale di latte, c’é un’incidenza maggiore di osteoporosi tra la sua popolazione.
Il Progetto di nutrizione Cornell Oxford-Cina, salute e ambiente, che si iniziò nel 1983 con uno studio delle abitudini quotidiane di 6500 abitanti di 65 province disperse nella Cina rurale, una delle ricerche più rigorose effettuate in materia di salute, si provò che le donne che non bevevano latte di vacca non soffrivano di osteoporosi. Se lasciavano questa dieta e introducevano latte di vacca, i loro livelli di calcio si abbassavano e aumentava l’incidenza di questa patologia.
Le ricerche svolte dal dottor John McDougall (medico nutrizionista del ST. Helena Hospital di Napa California, USA) dimostrarono che le donne dell’etnia Bantú che non bevono latte di vacca pur avendo una media di 10 figli e li allattano per lunghi periodi, non soffrono osteoporosi.
Il lavoro del Dr. William Ellis, ex presidente dell’Accademia Americana di Osteopatia Applicata, stabilì che le persone che bevevano da 3 a 5 bicchieri di latte al giorno presentano i livelli più bassi di calcio nel sangue.
Lo Studio pubblicato dall’American Journal of Clinical Nutrition stabilì che l’eccesso di proteine del latte é uno dei fattori più importanti nello sviluppo dell’osteoporosi. Inoltre si dimostrava che fino all’età di 65 anni le donne che non bevevano latte ed erano vegetariane, avevano solo il 18% di perdita ossea, mentre le onnivore avevano una perdita ossea del 35%. Studi più recenti mostrano che con un’ingestione di 75 grammi giornalieri di proteine del latte si perde più calcio nell’urina di quello che si assorbe attraverso la dieta.
L’OPINIONE DI JEAN SEIGNALET
Il dottor Seignalet-ematologo, immunologo, biologo e cattedratico di Medicina all’Universitá di Montpellier, a proposito del latte riferisce: “Il pericolo della mancanza di calcio é un’illusione. É vero che il latte di vacca é ricco in calcio, però una volta che si trova nel tubo digestivo umano, l’immensa maggioranza di esso precipita sotto forma di fosfato di calcio e viene eliminato attraverso le feci. Solo una piccola parte viene assorbita. Il calcio assimilabile é apportato in quantità più che sufficiente dai vegetali, ortaggi, legumi secchi, verdure, frutta secca e fresca. Eliminare dall’alimentazione il latte animale non provoca carenza di calcio. Al contrario, il regime alimentare che esclude i derivati del latte, blocca 70 volte su 100 l’evoluzione dell’osteoporosi e permette di recuperare parte del terreno perso”.
LA CASEINA DEL LATTE
Il bambino lattante assimila completamente la caseina del latte materno ma non quella del latte di vacca. La caseina animale in alcune persone aderisce ai follicoli linfatici dell’intestino impedendo l’assorbimento di altri nutrienti. Sbarazzarsi dei suoi residui metabolici causa perdita energetica per l’organismo e può provocare problemi immunologici.
I GRASSI DEL LATTE
Il latte umano contiene 45 grammi di lipidi per litro, dei quali 55% sono acidi grassi poliinsaturi, e 45% di saturi; ha, soprattutto, un elevato contenuto di acido linoleico, precursore delle prostaglandine e leucotrieni antiinfiammatori. Al contrario, il latte di vacca contiene un 70% di acidi grassi saturi e 30% di poliinsaturi. Inoltre questo 30% di poliinsaturi perde le sue proprietá quando per effetto del calore (tra i 40 º e i 45ºC) si denaturano e non possono essere precursori di sostanze antiinfiammatorie. Per questo il latte trattato per il consumo é una sostanza infiammatoria al 100%.
I bambini che sono soliti bere vari bicchieri di latte al giorno hanno le arterie in peggiori condizioni di quelli che non lo prendono.
LA CARICA ORMONALE
La professoressa jane Plant, autrice del libro “La tua vita nelle tue mani” spiega che l’IGF1 é specialmente attivo durante la pubertà e la gravidanza. Nel caso delle bambine adolescenti quest’ormone stimola la crescita del tessuto della mammella. Durante la gravidanza aumenta i tessuti mammari e i dotti del latte materno per favorire l’allattamento. Alti livelli di quest’ormone incrementano fino a tre volte il rischio di soffrire di cancro della mammella o di prostata da parte di quelli che consumano molto latte, come la carne delle vacche da latte. Nello stesso modo gli estrogeni che si aggiungono al latte bovino sono altri fattori che stimolano l’effetto nocivo di quest’ormone e che indirettamente favoriscono la comparsa di tumori.
Sostanze tossiche nel latte.
I macchinari utilizzati negli allevamenti per trasportare e immagazzinare il latte può contaminarlo. Di fatto si é arrivati a trovare in esso ferro, rame, piombo, cadmio, zinco etc… o loro residui.
Detergenti e disinfettanti.
Formiolo, acido borico, acido benzoico, sali alcalini, bicromato di potassio etc…sostanze che si usano nella pulizia e disinfezione del materiale che viene a contatto col latte. Il suo uso viene giustificato dal fatto che l’acqua da sola é incapace di trascinare i resti di materia organica e distruggere i batteri che contaminano le istallazioni e che possono passare al latte.
Pesticidi e fertilizzanti.
Nel mangime che si dà alla vacca si possono trovare composti chimici: acaricidi, nematicidi, fungicidi, rodenticidi, erbicidi, DDT, dieldrin, lindano, metoxicloro, malation, aldrin etc…che possono causare il cancro.
Micotossine.
Provenienti dal mangime che si dà alle vacche, quando é contaminato da muffe, specialmente Aspergyllus flavus.
Antibiotici ed altri farmaci.
Impiegati nel trattamento e prevenzione delle malattie infettive e parassitarie delle vacche: possono passare al latte contaminandolo. La maggioranza delle industrie casearie usano circa 60 tipi di trattamento chimico per trattare i gonfiori del capezzolo dopo ogni minzione e per ridurre la propagazione della mastite nei branchi.
Diossine.
Derivati del cloro sono relazionati col cancro di polmone ed i linfomi. La esposizione alla diossina é stata messa in relazione con il diabete, i problemi di sviluppo del bambino e diversi problemi di squilibrio del sistema immunitario.
MALATTIE CONNESSE AL CONSUMO DI LATTE
ANEMIA FERROPENICA.
Il Dr. Frank Oski (direttore del dipartimento di Pediatria della scuola di medicina dell’Universitá John Hopkins (USA) asserisce che nel suo paese tra il 15 e il 20% dei bambini minori di due anni soffrono anemia ferropenica e che la metà del resto delle anemie che si producono negli USA sono relazionate con il consumo di latte e suoi derivati a causa delle piccole emorragie gastrointestinali che il latte può provocare.
ARTRITE REUMATOIDE E OSTEOARTRITE.
Si é constatato che i complessi antigene-anticorpo generati dal latte si depositano a volte nelle articolazioni provocandone infiammazione e tumefazione. Studi realizzati nell’Universitá della Florida (USA) confermano che i sintomi si aggravano in pazienti, che consumano latte, con artrite reumatoide. In un articolo pubblicato nella rivista Scandinavian Journal of Rheumatology, si affermava che in persone affette da questa patologia quando smisero di ingerire latticini e bevvero solo acqua, té verde, frutta e succhi vegetali entro 7 e 10 giorni l’infiammazione e il dolore diminuirono significativamente: quando uno tornava a una dieta latto-ovo-vegetariana i sintomi riapparivano. Un gruppo di ricercatori israeliani dimostrò nel 1985 che il latte può indurre anche l’artrite reumatoide giovanile.
ASMA.
Il latte può stimolare la produzione eccessiva di muco nelle vie respiratorie. L’allergia al latte é causa di asma. I bambini con eccesso di muco e difficoltà respiratorie ai quali si toglie il latte di vacca migliorano in modo sorprendente.
AUTISMO.
I sintomi neurologici dei pazienti autistici peggiorano quando consumano latte o grano. Si crede che i peptidi del latte possano avere un effetto tossico nel sistema nervoso centrale interferendo con i neurotrasmettitori. Nelle loro ricerche i dottori dell’Universitá di Roma notarono un miglioramento marcato nel comportamento di questi malati dopo aver smesso di ingerire latte per otto settimane. Nel loro sangue c’erano alti livelli di anticorpi contro la caseina, la lattoalbumina e la betalattoglobulina.
CANCRO ALLO STOMACO.
Ricercatori dell’Istituto Nazionale di Salute Pubblica di Morelos (Messico) trovarono un aumento significativo di rischio di contrarre cancro allo stomaco in pazienti che consumano latticini: in quelli che consumavano anche carne, il rischio triplicava.
CANCRO DELLA MAMMELLA.
Il latte é considerato da molti esperti causa diretta di questo tipo di cancro. Se a questo si aggiunge l’influenza dell’ormone insulinico, le probabilitá di contrarlo aumentano considerevolmente nelle grandi consumatrici di latte.
CANCRO DI OVARIO.
Il galattosio (uno degli zuccheri del latte) é stato messo in relazione anche con il cancro dell’ovario. Alcuni ricercatori affermano che le donne che bevono più di un bicchiere di latte intero al giorno hanno tre volte più probabilità di contrarre cancro di ovario rispetto a quelle che non ne bevono.
CANCRO DI PANCREAS.
Ricercatori dell’ Universitá di Harvard (USA) affermano che esiste una relazione “positiva e forte” tra il cancro del pancreas e il consumo di latte, uova e carne.
CANCRO DI PROSTATA.
Secondo il Dr. Chan (epidemiologo dell’Universitá di Harvard) il consumo di molto latte e suoi derivati é associato con un incremento del rischio di cancro di prostata nell’uomo. Ciò può essere dovuto al fatto che l’alto contenuto di calcio nel latte fa diminuire la quantitá di vitamina D del corpo incaricata di proteggere dal cancro di prostata. Epidemiologi italiani del Aviano Cancer Center calcolarono che se si prendono due o più bicchieri di latte al giorno il livello di rischio di soffrire questo cancro aumenta 5 volte. Un altro studio (realizzato dalla stessa equipe di ricercatori dimostrò che gli uomini che consumano grandi quantità di latte e/o latticini hanno un 70% di rischio in più di contrarre cancro di prostata. Il consumo di latte scremato é associato con un maggior incremento rispetto a quello intero.
CANCRO AL POLMONE.
Ricercatori olandesi nel 1989 hanno concluso che le persone che bevono due o più bicchieri di latte al giorno hanno una probabilità 2 volte maggiore di sviluppare cancro al polmone di quelle che non lo bevono. Le persone che bevono questa stessa quantità di latte scremato sembrano essere più protette. Inoltre si é documentato che esiste una relazione diretta tra l’ormone somatotropina e il cancro al polmone, e tra questo e la diossina che contamina il latte. In un articolo pubblicato nel giornale americano The Washington Post, si affermava che le persone che consumano grandi quantità di grassi (carne e latticini) sono 10 volte più predisposte a contrarre il cancro, specialmente di polmone.
CANCRO AL TESTICOLO.
Ricercatori britannici scoprirono che esiste una relazione tra il cancro testicolare e il consumo di latte. Il rischio incontrato fu 7,19 volte maggiore rispetto alla popolazione generale e aumenta di un 1,39 per ogni quarto di litro di latte in più che si consuma.
CATARATTA.
C’é una crescente evidenza della relazione tra il consumo di latte e la cataratta. Secondo diversi studi scientifici le popolazioni umane che consumano grandi quantità di latticini hanno una maggior incidenza di cataratta rispetto a quelli che lo evitano. Questo difetto é stato posto in relazione con il lattosio e il galattosio.
COLITE ULCEROSA.
Anche in questo disturbo è stato associato il consumo di latte.
COLON IRRITABILE.
Ci sono diversi studi che mettono in relazione il consumo di latte con lo sviluppo di questa patologia.
DIABETE MELLITUS TIPO 1.
Diversi studi dimostrano che i lattanti alimentati con latte di vacca presentano un maggior rischio di soffrire di diabete insulino dipendente. Uno studio pubblicato nella Rivista di medicina della Nuova Inghilterra identifica il latte come “elemento responsabile o fattore scatenante in alcune persone geneticamente sensibili”. Eliminare il latte e derivati dalla dieta infantile potrebbe diminuire drasticamente l’incidenza di questo tipo di diabete.
MALATTIA DI CROHN.
Il Dottor John Hermon-Taylor, direttore del Dipartimento di Chirurgia della Scuola di Medicina dell’Hospital St. George (Gran Bretagna) afferma: “Dopo aver studiato la malattia di Crohn per 20 anni, la Paratubercolosi é indubbiamente associata a questa patologia e che questo microorganismo si trasmette fondamentalmente attraverso il latte perché la pastorizzazione non lo distrugge”. In uno studio realizzato tra il 1990 e il 1994 sui contenitori per il latte si trovò che il 7% di essi erano contaminati con la Paratubercolosi.
MALATTIE CORONARIE.
Numerosi ricercatori relazionano alcuni componenti del latte (il colesterolo, i grassi, il suo alto contenuto in calcio, la presenza di xantina ossidasi, etc.) con questo tipo di problemi. L’enzima bovino xantina-ossidasi causa problemi quando il latte é omogeneizzato: il suo danno si centra nei vasi sanguigni. Sembra che questo enzima attraverserebbe intatto le pareti intestinali facendosi trasportare dal sangue e distruggerebbe il masmogeno, uno dei componenti della membrana delle cellule che formano il tessuto cardiaco. Uno di questi ricercatori é il dottor Kurt Oster, capo di servizio di cardiologia dell’ospedale Park City a Bridgeport (USA), durante un periodo di quasi 4 anni studiò 75 pazienti che soffrivano di angina pectoris e arteriosclerosi. Quando si eliminò il latte dalla loro dieta e gli si dette acido folico e vitamina C (entrambe combattono la xantina-ossidasi) il dolore diminuì. Il dottor Kurt Esselbacher ( dell’Universitá di Harvard) afferma che: “Il latte omogeneizzato, dovuto al contenuto di xantina-ossidasi, é uno delle cause maggiori di malattie coronarie negli Stati Uniti”. Studi realizzati in Russia secondo i quali chi beve tre o più bicchieri di latte al giorno ha 1,7 volte più probabilità di soffrire malattie ischemiche cardiache di chi non ne consuma. Il consumo abituale di latticini aumenta il colesterolo cattivo (LDL). Anche il consumo di proteine lattee sembra avere una relazione diretta con la mortalità coronaria. Inoltre le proteine del latte contribuiscono alla formazione di omocisteina: la connessione tra il latte, il lattosio, il calcio e l’omocisteina potrebbe essere responsabile della calcificazione delle arterie.
SCLEROSI MULTIPLA.
Scienziati dell’Università di Michigan (USA) hanno potuto stabilire una relazione tra la sclerosi multipla e un eccessivo consumo di latte.
STITICHEZZA.
Il latte é causa accertata di stitichezza in bambini ed anziani. La sua eliminazione dalla dieta e un maggior consumo di verdure e fibra di solito risolve questo problema. Allo stesso modo, tanto la stitichezza cronica come le lesioni perianali sono state associate ad una chiara intolleranza al latte di vacca.
FATICA CRONICA.
Secondo uno studio realizzato con bambini a Rochester (New York) nel 1991, bere latte aumenta 44,3 volte il rischio di soffrire questa malattia.
INCONTINENZA URINARIA.
Molti bambini che bagnano le lenzuola smettono di farlo quando eliminano dalla loro dieta il latte, i prodotti che lo contengono ed i loro derivati.
INTOLLERANZA AL LATTOSIO.
Il lattosio, zucchero del latte, per essere utilizzato dal nostro organismo deve essere previamente idrolizzato per mezzo di un’enzima chiamato lactasi, che sparisce lentamente quando cominciano a crescere i denti. Nella razza bianca la lactasi resta per più tempo che nella razza negra. Nella maggior parte delle persone che non producono lactasi, o lo producono a livelli molto bassi, il lattosio non idrolizzato passa all’intestino dove viene attaccato dai batteri generando fermentazione, meteorismo, coliche, diarrea, etc. oltre che irritazione delle pareti intestinali, micro-ferite con perdite di sangue che possono provocare carenza di ferro. Inoltre il lattosio può favorire l’assimilazione dei metalli pesanti come il cadmio, il mercurio e il ferro ed altre sostanze tossiche.
LINFOMI.
In uno studio realizzato nell’Università di Bergen (Norvegia) durante un anno e mezzo con quasi 16.000 pazienti si osservò che le persone che consumano due bicchieri di latte al giorno presentano un rischio 3,4 volte maggiore di soffrire di linfoma rispetto a quelli che ne bevevano di meno. Pare che il latte di vacca possa trasmettere il virus della leucemia bovina. Questo stesso studio trovò un’associazione, anche se debole, tra il consumo di latte e il cancro ai reni ed agli organi riproduttivi femminili. Un altro meccanismo attraverso il quale si può contrarre linfoma é il latte contaminato con diossina.
EMICRANIA.
Si é provato sperimentalmente che quando si sopprime il latte dalla dieta di pazienti affetti da emicrania si riducono significativamente i sintomi.
ORECCHIE, NASO, GOLA.
Nel 1994 la rivista Natural Health pubblicava una serie di scoperte che relazionano al latte l’aumento di infezioni di orecchie e gola. Gli studi dimostrano che le tonsille e le adenoidi si riducono quando si limita il consumo di latte.
REAZIONI ALLERGICHE.
L’allergia alle proteine del latte di vacca é una reazione dei meccanismi immunologici a una o piú proteine del latte (caseina, alfa lattoalbumina, betalattoglobulina). Attualmente molti studi medici riconoscono la relazione tra il latte e le reazioni allergiche stabilendone la prevalenza tra un 2 e un 5% della popolazione mondiale.
EMORRAGIE GASTROINTESTINALI.
Dovute all’intolleranza alle proteine del latte di vacca nei bambini sono state adeguatamente documentate. Il sanguinamento é cosí serio che si colloca come una delle cause più comuni di anemia nei bambini.
SINDROME DI CATTIVO ASSORBIMENTO.
Ricercatori dell’Universitá di Helsinki (Finlandia) hanno provato la relazione tra le proteine del latte e il danno alla mucosa intestinale. Questo danno é caratterizzato da diarrea cronica, vomito e crescita ritardata.
PROBLEMI DI SONNO.
Studi realizzati nell’Università Free di Bruxelles tra gli anni1986 e 1988 confermarono la relazione tra il consumo di latte ed i problemi di sonno nei bambini. Tutti i sintomi miglioravano quando si escludeva il latte dalla dieta e peggioravano quando lo si riintroduceva. Il tempo medio per notare un miglioramento era di 5 settimane. Anche l’agitazione che manifestavano i bambini diminuiva.
ULCERA PEPTICA.
Il latte e derivati aggravano tutti i sintomi. Il sollievo temporaneo che in passato sentivano questi pazienti era dovuto semplicemente al fatto che normalmente il latte lo si beveva freddo ed era la temperatura del liquido che faceva migliorare temporaneamente la situazione.
ALTRE REAZIONI PROVOCATE DAL LATTE.
Acidosi lattea associata all’allergia al latte di vacca; difficoltà di apprendimento in bambini e, alcuni casi, infertilità femminile. Le madri che bevono latte di vacca durante il periodo dell’allattamento espongono i loro figli ai rischi associati a quest’alimento.
L’omogeneizzazione.
Un processo meccanico mediante il quale si riduce la misura delle particelle di grasso del latte evitando che la crema si concentri nella superficie. Si spara un getto di latte a pressione contro una placca di acciaio ad una temperatura tra 50 e 60ºC: si ottiene un latte più bianco che si mantiene liquido nel contenitore ma si rompono anche gran parte delle strutture lipidiche e proteiche. Secondo alcuni esperti, diminuire di 10 volte la dimensione delle particelle di grasso può far aumentare il rischio di soffrire attacchi al cuore in quelli che ne consumano grandi quantitá, probabilmente a causa dell’enzima bovino xantina-ossidasi che attraversa intatto le pareti intestinali e, utilizzando il sangue come veicolo, distruggerebbe il masmogeno, un componente delle membrane cellulari del tessuto cardiaco.
Pastorizzazione.
Consiste nell’applicazione di alte temperature per un determinato tempo. Con questo metodo si distrugge la maggior parte dei microorganismi che possono alterare il latte, ma non tutte le spore: si ottiene il latte fresco del giorno che si mantiene in condizioni adeguate solo per 2 o 3 giorni. Esistono due tipi di pastorizzazione: quella alta (che dura 15 secondi ad una temperatura di 72ºC) e quella bassa (che dura 30 minuti a 65ºC). Il latte é poi sottoposto ad un raffreddamento rapido, ma se quest’ultimo trattamento non avviene in forma corretta possono germininare le spore che sono sopravvissute al trattamento termico. Inoltre con questo metodo si produce la coagulazione delle proteine e si perde il 5% delle vitamine B1 e B6, il 10% della B12 e il 25% della vitamina C. La pastorizzazione disgrega calcio, magnesio e fosfati indispensabili per la formazione delle ossa, oltre a causare parziale coagulazione delle proteine.
Sterilizzazione.
Un processo che combina alte temperature in un tempo abbastanza lungo: si assicura l’assenza di germi patogeni e tossine ed il prodotto si mantiene in buone condizioni per un tempo più lungo. Con questo processo si perdono però le vitamine B1, B2, B3, B6, B12, A, C, D ed alcuni amminoacidi essenziali.
UHT.
Latte che é stato trattato a temperatura molto alta per un tempo molto corto. Con questo metodo le alterazioni biochimiche a danno delle proteine sono molto importanti.
Tipi di latte di vacca.
Latte intero.
Presenta il maggior contenuto di grasso del latte. Il suo apporto calorico e di colesterolo é molto elevato: un bicchiere di latte apporta 7,2 grammi di grasso e 123 calorie: l’impatto di questa sostanza sul sistema cardiovascolare è molto significativo.
Latte scremato.
Ha meno calorie del latte intero. In funzione della quantità di grasso si chiama “scremato” (<0,18%) o “semiscremato” (0,5-2%). Ha un sapore più gradevole ma il suo valore nutritivo è scarso.
Latte condensato.
Latte al quale si toglie circa un 60% del contenuto acquoso e gli si aggiunge un 40% in peso di zucchero per impedire la proliferazione di batteri.
Latte in polvere.
Si ottiene scaldando il latte liquido fino a fargli perdere circa il 60% dell’acqua che contiene. Nel processo si perdono tra un 25 ed un 50% delle vitamine idrosolubili (vitamina C e complesso B).
Formaggi.
Le materie prime utilizzate possono essere molto diverse, come i processi di elaborazione: tutti hanno bisogno della coagulazione della caseina per mezzo del caglio. Il caglio si elabora con mucosa seccata della quarta cavitá stomacale dei ruminanti e, a volte, del maiale. Perciò nutrendosene si ingerisce un derivato animale.
Una storia reale
La storia della professoressa Jane Plant, goechimica e capo scientifico del British Geological Survey è un esempio significativo per molte donne: é sopravvissuta a 5 tumori della mammella e alle pratiche mediche convenzionali per trattare i suoi cancri. Lo ha fatto, come ella stessa afferma, eliminando tutti i latticini dalla sua dieta.
“Soffrii l’amputazione di una mammella, mi sottomisero a radioterapia e a chemioterapia molto dolorosa. Mi videro specialisti tra i più eminenti del mio paese: dentro di me sentivo che stavo per morire e fui al punto di arrendermi” racconta la professoressa Plant nel suo libro (La tua vita nelle tue mani) e racconta la propria esperienza e come arrivò all’idea che le ha salvato la vita.
“All’origine di un viaggio con mio marito in Cina cominciai a pensare che la mia malattia era inesistente in quel paese. Di fatto solo una tra 10.000 donne muore di cancro al seno in Cina mentre solo nel Regno Unito le cifre officiali parlano di una ogni 12. Allora con mio marito (uno scienziato) cominciammo a studiare il modo di vita e l’alimentazione delle orientali fino a che arrivammo all’idea che mi salvò la vita: le donne cinesi non si ammalano di cancro al seno, né gli uomini sviluppano tumori prostatici perché sono incapaci di tollerare il latte e, pertanto, non lo prendono. I cinesi non utilizzano mai il latte e tanto meno per allattare i loro bambini!
Non è una casualità che piú del 70% della popolazione mondiale sia incapace di digerire il lattosio. Allora decisi di sopprimere completamente l’ingestione di latticini, compresi tutti gli alimenti che contengono un po’ di latte: zuppe, biscotti, dolci, margarine etc… E cosa successe? In solo pochi giorni il tumore cominciò a ridursi. Due settimane dopo il tumore cominciò a prudere. Dopo diventò più blando e cominciò a diminuire. Sei settimane dopo era sparito. Il mio oncologo del Charing Cross Hospital di Londra non poté reprimere un’esclamazione di meraviglia: “Non lo trovo!”. Indubbiamente non si aspettava che qualcuno con un cancro tanto avanzato (che aveva invaso il mio sistema linfatico) potesse sopravvivere”.
Piú di 60 donne che soffrivano di cancro al seno si misero in contatto con lei per domandarle consiglio. I loro tumori sparirono.
La Plant spiega che la relazione tra i latticini e il cancro al seno é simile a quella che esiste tra il tabacco e il cancro di polmone. Ma non solo questo. Ad esempio nel 1989 il dottor Daniel Cramer (dell’Universitá di Harvard) determinó che questi prodotti sono implicati anche nella comparsa del cancro di ovario. E i dati sul cancro di prostata conducono a conclusioni simili. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma che il numero di uomini che soffre questo cancro in Cina é dello 0,5 per ogni 10.000 persone, mentre nel Regno Unito la cifra é 70 volte maggiore, La chiave sta dunque, senza dubbio, nel consumo di latticini.
Per la professoressa Plant il latte di vacca é un grande alimento… ma solo per il vitello! Ed afferma che la natura non lo ha destinato ad essere consumato da nessun’altra specie. “Spero che la mia esperienza possa servire a più donne ed uomini che, senza saperlo, possono star male a causa dei latticin
WOW Samuela, sono davvero senza parole!!!
Più che un commento, la tua è una tesi sul latte vaccino….GRAZIE di cuore per il tuo intervento e per le informazioni che hai esposto con così grande competenza e dovizia di particolari.
FANTASTICO…non sò aggiungere altro! 😉
Ti auguro tutto il meglio,
Graziella
ciao!!! dunque il fatto che il latte animale faccia male è spesso vero perchè se ci pensiamo siamo l’unico animale svezzato che continua ad assumerlo… ! inoltre gli allevamenti intensivi sono una grande piaga sia per il latte che x la carne.. io allevo capre da latte tenute libere e uso il loro latte (solo quando i capretti sono svezzati o quando li ho venduti..) ma io non ho intolleranza nemmeno al latte vaccino e sinceramente amo tantissimo tutti i formaggi! penso che i piccoli allevamenti dove gli animali vivono liberi e producono quello che è normale senza essere pompati non facciano prodotti che causano malattie.. ma questa è solo la mia opinione forse un po’ di parte!!!!
diverso il discorso di ricotta (dal siero e senza aggiunta di latte o panna) e dello yogurt che nella lavorazione si trasformano in prodotti completamente diversi di alta digeribilità (nella maggior parte dei casi!)
le alghe con la soia servono per aumentare i valori nutritivi e tra l’altro fanno molto bene anche contro le radiazioni!
per i latti vegetali consiglio di farli in casa partendo dai semi (o frutti nel caso delle mandorle) di tipo integrale (quindi “vivo”) e di farlo sul momento per mantenere intatte le proprietà e il gusto!!! ad es latte di fiocchi d’avena (magari fatti da voi con una fioccatrice!) 750 ml acqua 100 g fiocchi un pizzico di sale marino integrale : mettere tutto in una pentola e cuocere qualche min e frullare il tutto a massima velocità, filtrare con un colino e mettere in bottiglia di vetro e consumare in 24 ore.
i fiocchi avanzati usateli x una crema d’avena o addensante per una passata di verdure!
latte di mandorla: non so le dosi ma io metto un po’ di mandorle nel mixer (molto potente) e le trito il piu fine possibile poi a filo aggiungo acqua e continuo a frullare. filtro e consumo in 24 ore. le mandorle avanzate le uso negli impasti delle torte!!! x dargli un sapore dolce aggiungo pochissimo sciroppo d’acero o d’agave!
spero di essere stata utile!
simona
… SENZA PAROLE! ma grazie!
il mio bambino beve quasi un litro di latte valsoia al giorno,datemi un consiglio sono preoccupata
Ciao Rosy,
il consiglio che posso darti è semplicemente quello di usare il latte di soia biologico (per evitare soia OGM) e cercare di alternare il latte di soia con altro latte vegetale (mandorla, riso, avena…). Per il resto non hai nulla di cui preoccuparti. 😉
Buona giornata,
Graziella
Grazie Graziella,sul valsoia c’ e’ scritto no OGM ma non so se e’ veramente cosi’,un bacio
Ciao Graziella! Ho subito subito una domanda per te: anche io ho letto molto sula tossicità del latte di mucca per via di come vengono allevate e nutrite le mucche. Già da un pò io bevo solo latte di soia/riso/avena ma ho un dubbio sullo yogourt. Da una parte i fermenti lattici che contiene fanno bene alla flora batterica, dall’altra è fatto con il latte di mucca! Il dubbio è: mangiarlo o non magiarlo? Oppure assumere probiotici naturali?
Ciao Claudia,
grazie per il tuo commento. Il tuo dubbio è più che lecito. Io compro lo yogourt vegetale Bio della marca Provamel, che ti assicuro non avere nulla da invidiare allo yougurt di latte vaccino come sapore, e in più contiene anche fermenti probiotici vivi.
Comunque un paio di volte all’anno prendiamo un integratore alimentare con ingredienti probiotici che mi ha suggerito la naturopata di mio figlio. E’ un valido aiuto per tutta la famiglia.
Spero di averti aiutata, a presto.
Graziella
Grazie mille per la tua risposta! Per l’integratore alimentare con ingredienti probiotici vado in erboristeria o dall’omeopata?
Ciao Claudia,
per i probiotici puoi andare anche in farmacia…in erboristeria cmq dovrebbero averli.
Buona giornata,
Graziella
ciao per caso mi so trovata a leggere dei siti che parlano della soia,vi giuro mi so spaventata,porta addirittura danni alla tiroide,carenza di ferro e calcio,a volte piu’ ci si informa e peggio e’,cosa e’ bene e cosa e’ male,l’ importante e’ che la risposta sia unica,pensate che mio figlio di 5 anni fino a pochi giorni fa assumeva solo latte di soia e in alte quantita’ adesso come mi devo sentire?un bacio
Sono molto interessata all’argomento latte e problemi derivati in quanto sono una regolare consumatrice di questo alimento. Sto cercando di raccogliere quante più informazioni possibili per crearmi un’opinione che sia il più imparziale possibile e il più possibile legata alle evidenze scientifiche. Il presupposto da cui partono molto articoli è che “l’uomo è l’unico essere vivente a bere latte sopo lo svezzamento e a bere latte di altre specie”, beh questo è un presupposto un pò bizzarro. E’ chiaro che nessun’altra specie può andare a mungerne una terza per bere il suo latte (è complicato pensare a un cane che munge un gatto, no?), l’essere umano ha capacità diverse rispetto a tutti gli altri animali e può mungere una mucca, così come lavorare la soia per produrne un latte, o cuocere verdure completamente indigeribili se mangiate crude, etc.
Credo che il problema non sia nel latte in se, ma nel quanto di non naturale ci possa essere dentro (ormoni, antibiotici) e di quanto la modalità di produzione sia contro il benessere animale (non mangio carne da 12 anni proprio per motivi etici legati alle modalità di allevamento e macellazione).
Se consumato al “naturale” e nelle quantità corrette non credo sia un alimento da demonizzare, ma continuerò ad approfondire l’argomento per capire meglio.
Ciao a tutti
Ciao Laura,
grazie per il tuo commento!
Le premesse della tua ricerca sono le stesse che hanno spinto me a raccogliere quante più informazioni possibili su questo argomento.
Ti invito a leggere la prima parte di questo articolo che trovi qui:
http://naturalmentemamma.it/2010/04/20/latte-di-mucca-ecco-perche-lho-tolto-a-mio-figlio-1%C2%B0-parte/ che è esattamente in linea con quanto da te detto.
Ma permettimi…anche se è indubbio che noi esseri umani abbiamo capacità diverse rispetto agli altri animali, non sempre purtroppo le usiamo per fare la cosa giusta o in questo caso per cibarci del giusto cibo.
Comunque di letteratura ben documentata sull’argomento ne trovi davvero tanta, ad esempio qui:
http://www.macrolibrarsi.it/search/?search3=libri+latte
o qui:
http://www.wecoclub.it/lat/index.php?e=
Buona ricerca, a presto.
Graziella
Il tutto ha dell’incredibile! Mi sento ingannata dalla società e da tutti quei dottori, pediatri inclusi, che incoraggiano a non allattare x dare ai nostri figli il latte in polvere!! Grazie e ma auguro che queste informazioni girìno x il bene di questa generazione! Un abbraccio
Lo sò Tania hai perfettamente ragione…benvenuta nel mondo della consapevolezza! 😉
Un abbraccio e buona giornata,
Graziella
Ovviamente fare una ricerca sulle popolazioni la cui alimentazione è BASATA sul latte di altre specie animali (Mongoli, Masai, Beduini, Tuaregh…) no, eh?
Salve a tutti,
innanzitutto tanti complimenti a Graziella per questo sito ricco di informazioni utilissime e soprattutto “non inquinate” 🙂
Proprio in questi giorni sto cercando strade alternative all’alimentazione di mia figlia di 26 mesi, da 10 giorni si è raffreddata ed ora ha una brutta tosse grassa. Una mattina mi sono ritrovata a parlare con una signora proprio di tosse nei bambini, le parlavo di come stesse mia figlia e lei mi ha raccontato che il figlio si trovava in una situazione simile, anzi più seria e che per farlo guarire, il medico gli tolse per 15 giorni il latte (oltre a fargli seguire una terapia), soprattutto perchè c’era un’eccessiva produzione di muco, di cui ne era responsabile anche il latte (essendo mucolitico)… Il bimbo in questione dopo circa una settimana stava bene. Prima che nascesse mia figlia, mio marito si era già informato sulla questione del latte, del fatto che non facesse così bene (a quanto pare) come tutti dicono. Il mio problema è che mia figlia non mangia moltissimo, l’unica cosa che prende volentieri soprattutto quando sta male è proprio il latte; per questo proprio stasera stavo cercando soluzioni alternative ed ho letto che validi sostituti sono il latte di soia, di riso ecc. Vorrei provare con il latte di riso per lei e per me perchè purtroppo il latte mi dà problemi al colon (che ho a pezzi).
Graziella (posso darti del tu?), pensi che vada bene il latte di riso per mia figlia? Soprattutto conosci qualche marca che non usi “carragenina” visto che è cancerogena?
Grazie ancora, visiterò il tuo sito molto spesso da oggi in poi
A presto
Ciao Jessica,
grazie di cuore per il tuo commento e per la storia che hai condiviso! 😉
Certo che puoi darmi del tuo, anzi…devi!
Penso che puoi assolutamente provare con il latte di riso per tua figlia e per te. Cerca però, se riesci, a non fossilizzarti solo ed esclusivamente su un tipo di latte, ma cerca ogni tanto di variare…latte di riso, latte di soia, latte di mandorla ecc…cercalo di buona qualità, biologico e privo di zuccheri aggiunti (compreso lo sciroppo d’agave). Per dolcificarlo lo fai intiepidire e aggiungi del buon miele crudo(non pastorizzato o che ha subito qualsiasi tipo di calore). Mi raccomando non mettere il miele in bevande bollenti, perchè oltre al fatto che “uccidi” tutte le sostanze nutritive del miele, l’eccesivo calore lo rende tossico. Ogni tanto puoi usare succo d’agave crudo se vi piace.
In un negozio di alimenti naturali troverai delle validissime marche da provare, oppure io spesso compro online in questo ottimo sito, dove trovi diverse bevande e vari latti vegetali da provare:
http://www.macrolibrarsi.it/_bevande_.php
Buona giornata e a presto,
Graziella
Ciao Graziella!una domanda avrei da porti..sono in quella fase delicata dello svezzamento della mia piccola(da latte materno,perchè le pappe ha iniziato tre mesi fa a mangiarne)che ha sette mesi.secondo il tuo punto di vista è il caso che le dia latte di proseguimento classico quello consigliato dal pediatra o vaccino?..partendo dal presupposto che io non le darei niente delle due cose perchè non mi fido molto,anzi.
tu cosa ne pensi?
ti ringrazio anticipatamente! a presto! ciao!
Ciao Elisa,
il latte di proseguimento classico e il latte vaccino derivano entrambi dal latte di mucca…la differenza sta nel fatto che il latte di proseguimento è un pò più equilibrato rispetto al latte vaccino, in quanto la sua formulazione è “studiata” specificatamente in base alle esigenze nutrizionali del bambino.
Personalmente, visto che mi chiedi cosa ne penso, io a mio figlio non darei ne uno e tantomeno l’altro. Le alternative in commercio esistono ormai da tempo, potendo tranquillamente sostituirlo con latte di cereali o di mandorle. La soia è sconsigliata dagli esperti che seguo, in quanto crea muco e umidità nel corpo ed è troppo squilibrata, soprattutto per i bimbi. Questi latti puoi trovarli in polvere o già pronti nei negozi di alimenti naturali o anche online, in siti che vendono prodotti naturali, come questo:
http://www.macrolibrarsi.it/_bevande_.php
Ora, l’altra questione importante di cui parlare è che comunque i latti in commercio sono tutti pastorizzati, quindi le sostanze nutritive presenti nella bevanda sono di molto inferiori rispetto a quelle contenute in un latte fresco fatto in casa. E’ un pò come il discorso di usare omogenizzati già pronti o bustine liofilizzate per fare il brodo al proprio figlio, rispetto a farlo con le proprie mani a casa…da non paragonarle!
Fortunatamente, oggi abbiamo la possibità di farci comodamente a casa nostra e senza fatica tutto il latte vegetale che vogliamo, utilizzando apposite caraffe in grado di agevolarci di molto il lavoro. In questo caso avrai quindi un latte fresco, molto più ricco di sostanze nutritive, minerali e vitamine da offrire al tuo bambino.
http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__soyabella.php
Spero di averti aiutata, a presto e buon svezzamento! 😉
Graziella
Mio figlio beve molto latte e leggendo tutte queste informazioni sul
Latte ho iniziato a spavemtarmi perche non sò come fare a cambiare e fargli provare un altra tipologia di latte perché il gusto sarà diverso da premettere che i miei bimbi non mangiano di tutto se puoi consigliarmi te ne sarei grata saluti …mary
Ciao Mary,
comprendo il tuo smarrimento, l’ho provato anch’io quando mi sono imbattuta per la prima volta in queste informazioni…ma successivamente sono stata grata per averle “scoperte”!
E’ un bel cambiamento…il gusto dei latti vegetali e altre bevande è sicuramente diverso. Prova a proporglieli inizialmente con l’aggiunta di cacao in polvere o altri gusti…ne trovi davvero di tanti tipi adesso disponibili in commercio. Puoi anche aggiungerli per fargli degli ottimi frullati, che in questa stagione con l’aggiunta di frutta, miele, polline, diventano un’ottima colazione o merenda…mio figlio li adora! 😉
Buona giornata,
Graziella
Salve a tutti, vorrei chiedere un parere riguardo al fatto che da quando mio figlio aveva 2 anni circa , ora ne ha 10, ogni mattina gli faccio fare colazione con cereali e latte di soia, convinta facesse meglio del latte vaccino, ma ultimamente sento voci inquietanti sull’uso costante del latte vegetale tipo l’infertilità, gli estrogeni che farebbero crescere il seno e tante altre cose che elencano gli effetti collaterali del latte di soia, per cui ora sono molto preoccupata….
Ciao Stefania,
personalmente credo che la buona regola sia quella di variare spesso ciò che si mangia o che si beve, e la colazione non fa differenza. Questo è utile per molte ragioni, tra cui il fatto di evitare di sovraconsumare tutti i giorni lo stesso cibo e poter quindi incorrere nello sviluppo di intolleranze ed allergie.
Nello specifico per quanto riguarda la soia posso dirti che i problemi principali che nascono dal consumo di soia hanno a che fare con la qualità dei prodotti consumati. La soia è uno dei legumi soggetti a modificazione genetica. I prodotti geneticamente modificati sono stati attenuati a livello del DNA, rendendoli estranei ed inutili al corpo, per non dire tossici e pericolosi. In parole povere, questi prodotti non sono in circolo da abbastanza tempo da poter dire quale sarà l’impatto generazionale del loro consumo.
Quindi, la prima regola in merito al consumo di soia è evitare i prodotti a base di soia geneticamente modificati, ma scegliere solo
prodotti senza OGM. Questo non si applica solo alla soia, ma a tutti i cibi.
Secondariamente, consumare soltanto prodotti alla soia fermentati, derivati da fagioli di soia interi. Soltanto il fagiolo intero contiene tutti i nutrienti necessari per l’ottimizzazione e la neutralizzazione di alcune sostanze che si trovano nella soia, dandoti così i benefici senza i negativi effetti collaterali.
Un problema della soia di cui si parla comunemente riguarda il suo contenuto di fitati. L’acido fitico si trova nella maggior parte dei
legumi ed è stato rilevato che i fagioli di soia ne hanno il più alto contenuto. L’acido fitico blocca l’assorbimento dei minerali, in particolare
zinco, ferro, magnesio e rame, tutti molto importanti per la salute e la fertilità.
Tenendo in ammollo i legumi, inclusa la soia, i fitati vengono neutralizzati. La fermentazione garantisce lo stesso risultato, ecco perché dovrebbero essere consumati solo prodotti di soia fermentati.
Il problema della maggior parte dei prodotti a base di soia disponibili al giorno d’oggi è che non seguono i tradizionali processi
di fermentazione giapponesi, che durano fino ad un anno. Questo è un periodo troppo lungo per l’economia assetata di denaro.
Quindi qual è l’alternativa per le aziende? La farina di soia! Di solito viene fatta con i fagioli privi della corteccia esterna, quindi non si tratta più di un prodotto derivato da fagioli di soia interi. La farina di soia viene poi mescolata all’acqua per fare il latte
di soia oppure aggiunta alle proteine in polvere e ad altri cibi processati. Purtroppo il Tofu non è migliore. Il Tempeh, invece, è
ottenuto da fagioli di soia interi fermentati, ma è più difficile da reperire nei negozi.
Alcuni studi hanno rilevato che i composti estrogenici della soia possono influenzare negativamente le funzioni riproduttive del bambino nella sua vita e potrebbero interferire con un sano sviluppo della prole maschile.
Quindi Stefania, l’alternativa per te (e per tutti) è sicuramente quella di variare il latte di soia con altri tipi di latte e trovarne di buona qualità…o meglio ancora autoprodursi il latte vegetale a casa con materie prime di buona qualità e con l’ausilio di un valido aiutante che ti permette di fare in 2 minuti un latte vegetale sano e nutriente derivante da quello che preferisci (cereali, semi, frutta secca ecc…). Lo trovi qui: http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__chufamix-veggie-drinks-maker.php
Ti auguro tutto il meglio e a presto,
Graziella
ciao a tutte mi presento: ho 38 anni vegetariana da 12 e con un bombo di tre anni e mezzo vegetariano. io non bevo praticamente latte ma mangio formaggi. mio figlio va pazzo del latte non ama molto la frutta che gli do ancora omogenizzata e non ama le verdure..un disastro!!!!! beve da un anno circa 800 gr di latte di crescita mio nestlè he é quello tra tutti che continene più ferro. fino ai due anni e dlla nascita il miltina e poi miltina scuolabus. x motivi di emicrania l ho potuto allattare solo un mese. desideravo un vs parere circa il latte che gli compro. pesa 16,200 alto un metro. graie mille
ho appena commentato di là senza aver letto questo post.
•Percentuale di calcio troppo elevata: 1170 mg/litro contro 340 mg/litro
a parte che non è una percentuale, quale latte contiene così tanto calcio? io di solito li vedo con 120/150 mg/litro.
Non so, una ricerca così superficiale e piena di errori formali e sostanziali mi lascia dubbiosa sulla sua effettiva bontà.
tra l’altro, una “mucca che produce 50 litri al giorno”, dove li prenderebbe 1170 mg per litro di latte?
Sono scioccata,la mia bambina ha 4 anni e non ho mai dato latte di mucca ma il latte pronto della Mellin, come mi dovrei comportare adesso? Ho letto il tutto per caso e non riesco a crederci,è da 3 anni che mi dicono:ma quando passi al latte normale? E ora non sò più cosa dargli a colazione!!!
Rispetto il parere di tutti, ma mi pare che nelle affermazioni dell’articolo ci siano tanti luoghi comuni e affermazioni gratuite. Il latte di vacca e i suoi derivati vengono consumati dall’uomo ( almeno una parte della popolazione nel mondo) da migliaia di anni e l’umanità non si è estinta. Io a 55 anni godo di buona salute e ho consumato giornalmente latte vaccino dalla prima settimana di vita, mia madre non ne aveva, fino a oltre 20 anni e cosi le mie sorelle e i miei fratelli. Siamo in 6 e finora stiamo tutti bene. Sto parlando di latte vaccino fresco, preso direttamente dalla stalla, non in polvere. Ora ne bevo poco, perchè ho cambiato le mie abitudini alimentari, ma i miei ho 2 fratelli che ne bevono in quantità industriale ancora oggi e stanno bene. Ho 2 figlie ormai grandicelle a cui piace e che continuano a berlo senza problemi. Mia nonna è morta a 96 anni e lo beveva tutti i giorni. Su quali basi scientifiche si basano tante negative affermazioni che sanno di terrorismo mediatico?